giovedì 21 aprile 2011

il canto

Ti muovi piano, lo vedi anche tu,
piccoli passi lividi d'impotenza,
di pugno stretto e labbra chiuse.
Guardi ma non torna il sorriso
fisso l'occhio che ascolta incolpevole.
Il male oscura la mente, il passo chiuso
nell'angoscia,il tremore del braccio che s'apre al mondo.
Non siamo più di roccia e ferro, di salto e corsa.
Fragile ora il corpo chiede un suo canto
l'ultimo sopito sotto il cielo d'estate. 







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